I monumenti di Pitigliano: un viaggio tra storia e architettura
Pitigliano custodisce monumenti unici che raccontano storie di un passato glorioso. Dai palazzi nobiliari alle fontane storiche, alle opere architettoniche, ogni angolo del borgo trasporta il visitatore in un viaggio tra arte e tradizioni secolari.
Scopri i luoghi simbolo di Pitigliano e lasciati affascinare dalla loro bellezza senza tempo.

L'Acquedotto Mediceo
Percorrendo il viadotto di via Cavour, ammiriamo lo slanciato pilone dell'acquedotto con i suoi tredici alti archi.
La prima opera strutturale fu voluta dal Conte Ildebrandino II Orsini nel 1466, necessaria per regimentare l’acqua e indirizzarla nel palazzo comitale e per uso della popolazione.
Circa due secoli dopo, al passaggio della contea alla Signoria dei Medici, la comunità chiese di poter intervenire a far ripristinare il convogliamento dell’acqua proveniente da quattro sorgenti oltre l’abitato.
I lavori iniziarono nel 1638 con la costruzione di un nuovo acquedotto, strutturato con doppio arco poggiante su un pilastro sul primo fossato, passando lungo le mura sino a scavalcare il secondo e profondo fossato, con un ulteriore pilastro sul quale poggiano due arcate.

Il Palazzo Orsini
Il Palazzo Orsini, con la sua imponenza e il suo fascino senza tempo, domina il centro storico di Pitigliano, raccontando secoli di storia.
Originariamente costruito come fortezza dagli Aldobrandeschi nel Medioevo, fu trasformato nel Quattrocento dalla famiglia Orsini in una sontuosa residenza signorile.
Questa evoluzione architettonica ha dato vita a un edificio che combina la solidità difensiva medievale con l’eleganza del Rinascimento.
Il cuore del palazzo è il suo cortile interno, dove il tempo sembra essersi fermato.
Qui, un antico pozzo scolpito e decorazioni in pietra catturano lo sguardo, regalando un’atmosfera di silenziosa bellezza.
Oggi, il palazzo è sede dell'omonimo Museo e del il Museo Civico Archeologico "Enrico Pellegrini".

L’Antica Fonte
Nella grande piazza della Repubblica, oltre una struttura civile, termina il proseguimento del percorso dell’acquedotto presso un nuovo organismo dalla snella struttura architettonica.
Composta da cinque archi con parapetti e sfere sovrastanti, rappresentano la signoria granducale.
Oggi la fonte si presenta completamente rimaneggiata dal suo aspetto originale, presentando un’ampia vasca poggiante su un parapetto nel quale, oltre alla presenza di lacerti in pietra raffiguranti l’orso araldico degli Orsini, i due neo mascheroni in ghisa, somiglianti nell’espressione dei volti all’impetuosità dei due fiumi, sono sgorganti acqua.

Il Monumento al Villano
Questa scultura, riguardante il motore economico dei pitiglianesi, ricorda il villano con il suo somaro, un indispensabile elemento legato alla cultura contadina.
Considerato il vero sostegno alla fatica lavorativa dell’uomo, contribuì sensibilmente al miglioramento economico.
La rappresentazione in bronzo attrae numerosi visitatori, allietati anche dal suggestivo panorama che si dispiega all’orizzonte.
La realizzazione di questa opera vuol trasmette ai posteri i sacrifici compiuti per un domani migliore: “A noi posteri e figli di villani, il dovere di erigere un monumento dove l’uomo e il somaro esprimono il lavoro, la fatica, la sofferenza e la speranza di una vita migliore”.

Le Macerie
All’inizio di via Zuccarelli, un’ampia vetrata protegge e valorizza un’area che conserva la memoria di una delle pagine più tragiche della storia di Pitigliano: il devastante bombardamento del 7 giugno 1944.
In quel tardo pomeriggio, una pioggia di bombe colpì il paese, causando la morte di circa novanta persone, tra cui anziani, giovani e bambini, vittime innocenti di un conflitto insensato che seminò dolore e distruzione.
Un evento drammatico che segnò profondamente la comunità e lasciò ferite che il tempo fatica a rimarginare.

Il Monumento alla Progenie Ursinea
Nel limite di piazza Gregorio VII, si erge un’opera scultoria in travertino a base quadrata, in cui si osservano interessanti bassorilievi.
Il monumento si racchiude in un unico corpo organico: in alto, il vaso buccellato e l’orso che ha, riprodotto nello scudo, le insegne araldiche di Niccolò III Orsini.
L’intera opera, realizzata nel 1490, propone negli specchi elementi decorativi e guerreschi, mentre nella raffigurazione araldica, sono impresse per la prima volta le insegne della comunità di Pitigliano.