Il tour delle Vie Cave
L’ambiente naturalistico che circonda Pitigliano, composto di sentieri, vie di comunicazione e refrigeranti ruscelli, è particolarmente ricco di emergenze storiche e archeologiche e di emozionanti scorci panoramici. Tutto ciò è racchiuso nel magico percorso delle Vie Cave, originate dagli Etruschi e sempre più approfondite nell’arco dei secoli sino a raggiungere questo inconsueto fascino.
La passeggiata verso le vie cave ha inizio dall’Ufficio Turistico cittadino in piazza Garibaldi, attraversando poi l’intero centro storico sino a raggiungere l’antica Porta di Sovana.
Poco oltre seguiamo il percorso che della Via Cava Poggio Cani (Via Cava Antica) inoltrandoci tra i numerosi grotti e la folta vegetazione raggiungiamo la SP 46 Pitigliano-Sovana, dove, poco oltre il ponte sul fiume Lente, vi è un’area di sosta dalla quale partono le direttrici per la Via Cava dell’Annunziata, la Via Cava di San Giuseppe, la Via Cava di Fratenuti e la Via Cava della Madonna delle Grazie.
Le Vie Cave sono parzialmente integre e quasi tutte transitabili e visitabili e offrono l’opportuna scelta di percorrerle singolarmente. Segnaliamo per i più avventurosi la possibilità di intraprendere il Tour delle Vie Cave.
Il percorso, abbastanza impegnativo, si articola in un’unica passeggiata con arrivo e partenza dall’area di sosta sopra descritta; il tour, nel suo completo sviluppo di pochi chilometri, ha una durata massima di circa tre ore cammino.
La Via Cava dell’Annunziata
Percorso di media difficoltà con una lunghezza di circa 200 mt.
La Via Cava dell’Annunziata, non di origine etrusca, fu prodotta nel Medioevo come alternativa viaria all’antica via cava di Turriano, oggi San Giuseppe. Si raggiunge dopo aver passato il ponte sul fiume Lente, alla sinistra della SP42; alla sommità del suo sinuoso percorso sussiste la presenza di un’edicola religiosa dedicata alla Madonna e alcune grotte rupestri che fecero parte dell’antico romitorio.
Gli ambienti, semi ostruiti dall’incalzante vegetazione, mantengono le tracce della vita monastica sviluppatasi nel XVI secolo. La congregazione del S.S. Sacramento di Pitigliano, che custodiva e proteggeva la Via Cava, diede origine alla cerimonia equinoziale del 25 marzo, giorno dedicato all’Annunziata e all’inizio del ciclo liturgico.
Al termine della Via Cava si conserva un interessante colombario. Muto testimone di un’epoca passata, fu realizzato nella roccia per accogliere i colombi. L’ambiente è composto da due vani sovrapposti che si affacciano nel profondo dirupo con una regolare apertura verso l’abitato di Pitigliano; al suo interno, ricavate sulle pareti, si osservano delle piccole celle di forma cubica disposte parallelamente tra loro
La Via Cava di San Giuseppe
Percorso di media difficoltà con una lunghezza di circa 300 mt.
Lungo la SP42, oltre il ponte sul fiume Lente, a sinistra inizia il percorso di visita alla Via Cava di San Giuseppe. Originata dall’etrusca via degli inferi, permetteva di agevolare il trasporto del defunto alla necropoli che si estendeva dal greto del fiume sino nei terrazzamenti tufacei ricavati a ridosso della via cava.
Nel percorso di visita possiamo vedere numerosi sepolcreti di diverse architetture: il tipo più antico è la tomba a cassone, costituita da una fossa scavata nel bancone tufaceo, successivo è la tomba a camera semplice e le tombe a doppia camera, datate dal VII al VI secolo a.C. Nel tragitto, scorgiamo nelle pareti di tufo i vari approfondimenti compiuti secolarmente, rendendo la nostra vista emozionante.
All’interno di questi avvincenti scenari, unici esempi dell’inarrestabile forza dell’uomo, rende il percorso magico ed emozionante, volto alla scoperta d’intriganti sensazioni. Alla fine del diciannovesimo la via cava sostituì il nome in San Giuseppe acquisendo anche il rito religioso proveniente dalla vicina via Cava dell’Annunziata; testimone è l’edicola religiosa presente alla sommità della via cava fu realizzata nel secolo scorso dalla pittrice Licia Formiconi.
Il cammino prosegue lungo un divergente sentiero che raggiunge un fontanile nominato La Fonte dell’Olmo, alimentato da una bolla sorgiva, dove l’acqua zampilla da un antico mascherone faunistico e termina in un’ampia vasca.
La Via Cava di Fratenuti
Percorso di bassa difficoltà con una lunghezza di circa 300 mt.
Lungo la strada che circonda l’abitato di Pitigliano, siamo rapiti da una profonda e rigogliosa valle, che cela il passaggio verso la Via Cava di Fratenuti, cosi chiamata sin dal secolo scorso, per un convento rupestre in abbandono, reso attivo dai frati minori sino al XIV secolo.
Originata in epoca etrusca per le processioni funebri in onore dei defunti, fu sensibilmente trasformata in epoca romana, divenendo un indispensabile tratto viario di congiunzione con l’antica via Clodia, mettendo in comunicazione le ville romane con i centri di maggiore interesse. Superato a piedi il guado del modesto torrente Meleta, affrontiamo il tragitto all’interno della Via Cava; questa, incisa fortemente dal frequente passaggio secolare dei mezzi di trasporto e dagli animali da traino, consentì di migliorare e velocizzare il tratto stradale tra le alture e le aree pianeggianti. Oggi la via cava, meta di numerosi visitatori e appassionati di trekking, si presenta come un ciclopico corridoio, profondo anche più di venti metri, ricco di coinvolgenti sensazioni e d’innumerevoli varietà botaniche. Nel suo percorso possiamo ammirare i resti di un ipogeo romano realizzato per l’allevamento dei colombi, numerosi sepolcreti di epoca Etrusca risalenti al VII secolo a. C. e nelle alte pareti di tufo troviamo incise alcune piccole croci, particolari simbologie e alcune indicative date: “MDXXXXIV” (1544) e “1617”. Al termine della Via Cava un’edicola religiosa, priva dell’immagine della Vergine Maria, segnala il luogo della sua probabile apparizione ai sofferenti, accolti sin dalla metà del Trecento in un modesto lazzaretto.
La Via Cava Madonna delle Grazie
Percorso di media difficoltà con una lunghezza di circa 300 mt.
La via cava Madonna delle Grazie prende il nome dal Santuario Mariano posto alla sommità del tragitto ed è particolarmente impegnativo per suo dislivello. La via tracciata a ridosso di alcuni sepolcreti etruschi fu realizzata nel diciottesimo secolo in alternativa viaria alla via Cava di Fratenuti. Il percorso che si snoda nella penombra del costone tufaceo prende il via a fondo valle dopo aver superato agevolmente un ponte, reso caratteristico per la presenza di un vecchio mulino posto a ridosso sul torrente Meleta. Lungo il cammino, oltre alla flora spontanea e all’inestricabile vegetazione, possiamo ammirare la caratteristica veduta panoramica della cittadina di Pitigliano, unica nel suo genere per le sue caratteristiche abitazioni aggrappate allo sperone tufaceo l’una su l’altra. Alla sommità raggiungiamo il santuario “Madonna delle Grazie”, originato dalla prima apparizione della Vergine avvenuta nel 1400, tramandata a noi da racconti popolari, indicando il luogo dove erigere la sua dimora. Nel 1580 si sviluppò a Pitigliano un terribile morbo con un gran numero di morti, molte furono le preghiere dirette alla Madonna che debellò il male; la popolazione riconoscente diede vita al rito della processione, svolto ogni anno 8 settembre, giorno dedicato alla ricorrenza del nome di Maria. Da allora è venerata la Sacra Immagine della Beata Vergine, conservata in una nicchia all’interno del Santuario posta alla visione dei numerosi fedeli.
La Via Cava del Gradone
Percorso di media difficoltà con una lunghezza di circa 300 mt.
La Via Cava del Gradone si trova all’interno del Museo Archeologico all’Aperto intitolato al Maestro Alberto Manzi (che fu sindaco di Pitigliano). Prendendo la Strada Provinciale 127 del Pantano dove un ampio parcheggio per chi arriva in macchina è lì ad accogliervi.
Dopo aver pagato il ticket d’ingresso, un sentiero vi guida alla via cava, il percorso mistilineo per un breve tratto diviene ripido e impervio si consiglia di assicurarsi tenendosi saldamente al corrimano posto lateralmente della parete di tufo. Scendendo ancora si arriva alla fine della via cava, dove tra gli ubertosi alberi potrete visitare la necropoli etrusca denominata di San Giovanni. Poiché siamo immersi nella natura per uscire dalla visita alla necropoli, occorre tornare indietro e risalire la Via Cava del Gradone sino all’ingresso.
La Passeggiata del Londini
Si tratta di un sentiero naturalistico che permette ai numerosi visitatori di osservare l’incontaminata freschezze dei torrenti che si gettano nelle profonde forre.
Il percorso si raggiunge partendo da Piazza Garibaldi, dove è situato l’ufficio turistico cittadino, proseguendo oltre l’arco bugnato in travertino verso l’attigua Piazza Petruccioli, qui seguiamo l’indicazione lungo la strada che prosegue uscendo dalla cittadina. Lungo ampi gradoni in pietra basaltica percorriamo la cosiddetta “Selciata” che compie un periplo attorno all’abitato, guidandovi sino all’ingresso del sentiero verso il fiume Lente (affluente del fiume Fiora).
Il sentiero, posto in declivio, alterna alcuni tratti con scale a tratti pianeggianti, circondato da numerose specie botaniche che costituiscono un unicum nel panorama naturalistico. Raggiunto il piano, sulla destra, un ponte ci indica la via verso la suggestiva Cascata del Londini. È uno dei luoghi incantevoli più famosi di Pitigliano, visibile anche dall’alto del parapetto di Piazza della Repubblica.
Lungo il percorso di può vedere anche un antico Mulino ad acqua di origini medievali, oggi dismesso. Risalendo un sentiero sull’altra sponda del fiume si prosegue il cammino verso la strada SP 42, dove per chi vuole potrà intraprendere l’escursione verso altre vie cave o, tornare in dietro risalendo la via cava di Poggio Cani.