La presenza ebraica a Pitigliano è accertata sin dal XV secolo; nel 1608 con l’annessione delle contee meridionali alla nobile famiglia dei Medici, Pitigliano entrò a far parete del Granducato di Toscana; alcuni anni dopo (1622) il Granduca Cosimo II de’ Medici, con un editto, costrinse gli ebrei ad abbandonare le proprie abitazioni e trasferirsi nel Ghetto. Molti furono privati delle loro attività commerciali e obbligati a portare un segno distintivo.
Da allora sono passati secoli ma quell’amara vicenda sociale è ancora ricordata attraverso lo sfratto, il dolce tradizionale di questa comunità.
Nel 1765 Pietro Leopoldo d’Asburgo, noto per le sue idee liberali, mutò la condizione ebraica favorendo la completa libertà. Purtroppo non passarono molti anni e il nuovo fervore politico sfociò, il 16 giugno 1799, nella rappresaglia a danno degli ebrei; la popolazione cristiana non restò inerme e intervenne a difesa della comunità ricacciando gli aggressori. Tale fu il gesto che a Pitigliano gli valse l’appellativo di La Piccola Gerusalemme.
Oggi, nell’antico quartiere, una cancellata protegge l’ingresso alla Sinagoga, all’interno della quale un rettangolo grigio ne commemora l’avvenuta realizzazione nel 1598 (5358) con il contributo di Jehudah, figlio di Ben Shabatai. Nella piazzetta antistante il Tempio, nel lussureggiante panorama, scorgiamo in basso l’antico Cimitero Ebraico del XVI secolo. Appena usciti dalla Sinagoga raggiungiamo vicolo Marghera che fu il Ghetto; catapultati in una realtà unica possiamo visitare gli spazi che accolsero la comunità ebraica. All’interno, un grande ambiente ricavato nella roccia fu adattato alla creazione dell’antico bagno rituale (mikve); di fronte, una sala ospita la mostra permanente di oggetti rituali della cultura religiosa ebraica e lacerti di pittura, probabilmente appartenuti all’antico oratorio.
Il percorso prosegue lungo il vicolo, incontrando l’antica macelleria, utilizzata per il sostentamento della comunità e, nell’attiguo vano, alcune vasche ricavate nel tufo che venivano utilizzate per la macerazione della canapa da cui si ricavavano stoffe e altre suppellettili. Infine entriamo nella dolce atmosfera dell’antico forno, composto di due spazi comunicanti: uno utilizzato principalmente per la lavorazione e preparazione degli impasti delle azzime e dei dolciumi, l’altro per la cottura.
Il Cimitero Ebraico
Appena fuori dell’abitato di Pitigliano, lungo la Strada Provinciale S.P. 74 si trova il cancello d’ingresso del Cimitero Ebraico. Posto sotto l’attuale cimitero cristiano, fa risalire le sue origini istitutive alla metà del cinquecento, quando David de Pomis medico personale del Conte Niccolò IV Orsini, chiese per la dolce compagna prematuramente scomparsa un‘area per seppellire le spoglie mortali.
All’interno del cimitero, nel pendio degradante, tra i centenari cipressi s’individuano le primitive e semplici pietre tombali. Di particolare interesse scultorio sono alcuni monumenti che mostrano tutto il loro splendore artistico ottocentesco. Realizzati in marmo di pregevole fattura, si evidenziano per le figure umane, come una bambina adagiata su un tappeto marmoreo, e poco più in là un angelo dalle grandi ali.
Il suggestivo panorama del costone tufaceo della Piccola Gerusalemme crea in noi quel magico momento di profonda riflessione, e la luce che si diffonde anima le plastiche espressioni scultorie e nel silenzio le nostre preghiere mosse dal vento si adagiano come ciottoli sulle bianche lapidi.